L' infanzia di Beyond Birthday, le vicende di B.B. e A. alla Wammy's House

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liseah
view post Posted on 8/4/2009, 23:37




Ciao a tutti!
Ho notato che c'è grave carenza di storie di B.B... così ho deciso di scriverne una io!
Non è propriamente death note...

Ma fa riferimento a B.B. del romanzo di Death Note e ad A, che viene citato come il primo bambino alla Wammy's House.

Spero che vi piaccia... ho già scritto la storia per intero, ma essendo molto lunga la posterò in più capitoli.
Ditemi se la gradite e lasciatemi ogni tipo di commento e/o critica perchè sono sempre ben accetti. :yeah:

Ah c'è lo spoiler del vero nome di L








CAPITOLO 1 - Beyond Birthday


Quando fu fondata la Wammy's House il suo fondatore, Quillish Wammy altre sì noto come Watari, aveva come unico scopo la creazione di una copia di L.

L...
L Lawliet. Ryuzaki. Ryuga Hideki.

Comunque lo si chiami il più grande investigatore di tutti i tempi, trovato da Watari quando aveva 8 anni.
Watari era un inventore straordinario, sapeva che L era speciale e voleva creare qualcosa che assomigliasse il più possibile a qualcosa di tanto unico.
Non capiva quanto la pressione sarebbe stata forte, non capiva che un meccanismo tanto complesso quanto la forgiatura di una mente umana verso un unico scopo possa avere effetti collaterali.
Non era cattivo, cercava di fare quello che era necessario perché...
Perché, sì... il mondo aveva bisogno sempre di un L.

Col tempo quell'orfanotrofio per piccoli geni divenne più caloroso, più vivibile e limitatamente opprimente, solo con chi poteva veramente diventare successore di L.
Si perse l'errata convinzione di poter fare di ogni mente brillante il più grande detective del mondo.

I primi bambini che giunsero avevano un'età molto variegata (si parlava dai sette fino ai quindici anni) e la loro provenienza sembrava limitarsi alla sola Inghilterra.
L'esperimento, come si divertivano a chiamarlo loro, probabilmente doveva essere limitato ad una certa zona per valutarne la reale efficacia e possibilità concreta di realizzazione.

Tra i tanti bambini (circa una quindicina) i primi ad arrivare furono A e B.
A... parleremo di lei più tardi.
B... Backup, Beyond Birthday-

Tuttavia B arrivò un anno più tardi di A, che era una delle poche ad essere presente fin dall'inizio della Wammy's House.

Il giorno in cui Wammy raccattò da un angolo di strada B.B. Splendeva un meraviglioso sole primaverile e c'era anche una leggera brezza che sembrava rendere la giornata ancora più piacevole.
Ma non per quel bambino.
Osservò Wammy, osservò con gli occhi dello Shinigami, che possedeva dalla nascita, il suo nome, la sua morte.
Inevitabile morte.
Sospirò, si fece trascinare. In fondo i suoi genitori erano morti, proprio come lui aveva sempre saputo, e questa era una piacevole svolta dalla sua routine fatta di consapevolezza della morte, vicina o meno, di ogni creatura vivente.
Certe volte si divertiva anche a constatare se quella data fosse reale, se non fosse solo frutto della sua immaginazione. Metteva volontariamente in pericolo altri, pericolo mortale.
In mezzo a una strada, quando un ragazzo con i calzettoni da calcio si gettò per salvarlo da una macchina che stava per travolgerlo.
Infastidendo dei teppisti di quartiere in zone malfamate, facendo poi rischiare al poliziotto con quegli occhi celesti di prendersi una coltellata.
Voleva vedere fino a che punto si poteva manipolare il destino delle persone, per sapere se almeno su quello poteva avere potere.
Non era stupido, era tutto fuorché ciò.
Wammy lo sapeva. Lo portò quindi con sé.
E Beyond Birthday lo seguì, in balia di un evento che aveva scelto di seguire.

Quando fu condotto nella sua stanza stentava a crederci: uno spazio tutto suo... e per cosa poi?
L'unica cosa che sapeva fare era vedere quando le persone sarebbero morte, vedere i loro nomi.
Si mordicchiò il pollice... si sentiva impotente, decisamente.
Non sapeva quanto sarebbe accresciuto quel senso di impotenza e a cosa l'avrebbe portato.

Non aveva avuto tempo di incontrare gli altri ragazzi vista l'ora tarda in cui era arrivato l'altro giorno. Così a lezione pensarono bene di presentarlo.
Non era molto d'accordo, ma era sempre meglio che doverlo fare da sé.
Il maestro era di media statura con un principio di calvizia. Indossava la classica giacca da insegnante. Nulla di rilevante... se non che non sarebbe durato a lungo. Due anni a quanto pare.
Chissà di cosa morirà... la faccia di B.B., se altri avessero saputo del suo potere, esprimeva il dilemma di uno scienziato di fronte alla sua cavia. Un dilemma di morte.
Ma sembrò solo una faccia spaesata agli occhi del maestro, di nome Bill, che gli mise una mano sulla spalla accingendosi quindi a presentarlo.

“Ragazzi, questo è il vostro nuovo compagno... B. Spero che siate cordiali con lui e che qualcuno si occupi di passargli gli appunti delle scorse lezioni perché, come ben sapete, non amo perdere tempo.”

Il tono era freddo, calcolatore.
Lo spinse in avanti al saluto generale della classe. Questo lo costrinse a sollevare i profondi occhi neri verso i suoi compagni.
Li vide sillabare il saluto, era come se la scena fosse a rallentatore.
Vide una sfilza di nomi, tante date di morte abbastanza lontane.
Tranne una.
Una ragazza non stava salutando. Lo osservava... i suoi occhi erano grigi. Fissi. Vitrei.
Aveva la certezza insensata che specchiandovisi avrebbe visto qualcosa di orribile e non se stesso.
Non sapeva come spiegarlo... ma questo lo intimò a non osservare la sua data di morte, a ignorarla.
Voleva giocare ad armi pari con quella ragazza.
All'incirca doveva avere la sua stessa età...
Dodici anni.
Si avvicinò alla fila di banchi, per poi sedersi affianco a lei.
Lei non sembrò badarci, iniziò a prendere appunti immediatamente perché immediatamente, non appena B ebbe appoggiato le sue natiche sulla sua sedia, la lezione iniziò.

B. spalancò gli occhi.
Era... matematica, sì.
Studio di funzione, derivate, integrali... che diavolo era quella roba?
Era riuscito a rubare qualche libro di matematica prima che i suoi morissero, ma era fermo a molto prima.
Tuttavia si sforzò di seguire la lezione. Prese appunti, mostrando una straordinaria capacità di sintesi nonostante l'argomento gli fosse sconosciuto.
Non staccò mai lo sguardo dal suo foglio.
Lo fece solo quando la punta della sua matita si spezzò.
Si voltò verso il suo temperino... giusto in tempo per vedere la ragazza affianco a lui che scrutava con sguardo vuoto la lavagna del maestro.
Sul suo quaderno, alla prima riga, spiccava già la soluzione del problema posto dall'insegnante in spiegazione dell'argomento che stavano trattando.
Il neo arrivato non riuscì a mascherare lo stupore... specie quando la ragazza rivolse i suoi occhi ad osservare i suoi.
Ci si specchiava, proprio come aveva immaginato.
Ma quello che vide non era se stesso... era... nulla. Una nullità, per lei.


La lezione andò avanti tutta la mattina.
B. era super stimolato dalla situazione, ma anche sfinito.
Fortunatamente gli ultimi dieci minuti erano dedicati alla distribuzione dei compiti in classe della precedente settimana e B. fu contento di poter respirare un attimino, di poter sgranchire la mano che aveva scritto di continuo, senza mai interrompersi.

Durante il fruscio dei fogli che venivano distribuiti agli studenti, percepì distintamente un brusio dai compagni dietro di lui.
Uno aveva degli assurdi capelli ricci, l'altro sembrava un paggetto.
Li sentì concitati, poi il loro tono si fece piatto.

“Come ti è andata?”

“Come al solito, B+.. nella norma. A te?”

“Anche a me... sinceramente credo che i nostri voti siano tra i più alti. Era veramente impossibile quel compito, c'erano anche punti che non avevamo affrontato...”

“Ma è sempre così... si aspettano che studiamo anche quello che non viene svolto, ma non si rendono conto che manca il tempo? Io voglio fare anche altro, L neanche si fa vedere...”

“...e comunque sarebbe inutile, Roy. Tanto lo sappiamo tutti chi sarà l'erede di L, l'unica che può aver preso il voto massimo, come al solito.”

“Già... A. è insopportabile. Almeno si degnasse di parlarci... neanche si è scelta un soprannome! Sta solitamente isolata anche in classe... chissà come reagirà ora che ha quello là affianco...”

“<ridacchiò leggermente> Ah se va come con Gail ci sarà da ridere...”

“mpfpfpf....”

Il professore si fermò proprio all'altezza di B. e nel mentre che tendeva un compito alla ragazza affianco intimò agli altri studenti di fare silenzio.
B. fece appena in tempo a scorgere una nota a margine del compito.
Era una grafia differente da quella di Bill, il maestro.

“C'è un piccolo errore nella dimostrazione richiesta, ma ho proposto una soluzione ideale in ogni caso. Faccia più attenzione la prossima volta.”

Solo quella nota, il compito era immacolato... troneggiava una A con due più sul lato destro.

A...


La campanella finalmente suonò, indicando l'ora del pranzo.
B. si sporse verso la ragazza al suo fianco, esibendo il sorriso di cortesia più credibile che gli riuscisse.

“Scusa, non è che potresti prestarmi i tuoi appunti e....”

Non lo fece neanche finire. Lo spintonò con violenza, nonostante, solo ora se ne accorse B., fosse paurosamente magra. Sentì le ossa dei palmi delle mani cozzare contro le sue scapole rivestite da un sottile strato di pelle.
B. non era grasso, ma se paragonato alla ragazza sembrava un ciccione uscito da un fast-food.

“Non ti rivolgere a me. Cercati un altro a cui interessino le tue dozzinali richieste.”

Totalmente atona, priva di inflessione alcuna... vuota, impalpabile.
Era così la sua voce.
Una differenza abissale con la sua reazione fisica piuttosto violenta.
B. rimase allibito... e la lasciò passare.
Fu, per come dire, soccorso dai due che gli stavano dietro.
Il paggetto si chiamava Roy, il ragazzino dagli assurdi capelli ricci era Jay.

“Hey... non ti conviene rivolgerti ad A... non è molto socievole.”

B. socchiuse gli occhi in sua direzione. Roy... Rinald Roscoe. Una durata di vita nella media.

“Potevate dirmelo anche un po' prima... e comunque... A.?”

Voleva ottenere informazioni. Spalancò i suoi occhi neri, sperando che abboccassero.
E così fecero... poveri, patetici ragazzini.

“Sì... A. la numero uno della Wammy's House...”

“Numero uno incontrastata. Il successore di L.” - aggiunse l'altro, pacato.

Lo portarono con sé a pranzo. Anche se non l'aveva direttamente tirato in ballo, si fece raccontare di L.
Sapeva di essere là per lui... ma non sapeva chi fosse.
Gli raccontarono di come lui fosse il più grande detective del mondo, di come avesse in pugno la polizia di ogni stato, della sua intelligenza e abilità.
E nota di rilievo, di come sarebbe venuto a trovare i migliori due, entro una certa scala di valori, alla fine dell'anno “accademico”.
Per quale motivo?
Per decidere chi era alla sua altezza.
Punteggio massimo in ogni materia. Intelligenza straordinaria. Orfano.
B. rimase affascinato...
Si diede il soprannome di Backup.
La copia di sicurezza...
Voleva essere L. Questo L attuale così geniale e dotato.
Essere L, avere quel potete enorme, significava avere potere sul destino, sulla morte che lui fin da quando era nato vedeva come inevitabile...
Ora poteva agire allo stesso livello di quelle scritte che ondeggiavano sopra la testa della gente.
Doveva darsi da fare.
Salutò gli altri e si avviò verso la biblioteca. Non era tipo da perdere tempo, doveva iniziare subito.
 
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liseah
view post Posted on 9/4/2009, 22:49




A quanto pare non piace °_° magari con un altro capitolo...





CAPITOLO 2 - La copia di sicurezza



Non appena si trovò in biblioteca con una quantità incalcolabile di libri tra le braccia e sul banco da lui scelto, fu chiaro che non sarebbe stato così facile.
Aveva molto da recuperare e sinceramente non sapeva da che parte iniziare.
L'unica cosa di cui era certo era del tempo che scorreva inesorabile, per tutti.

Rimase ore tra quei libri.
Curvo, col capo chino. Non aveva bevuto o mangiato dalla mattina.
Ogni tanto, passandoci affianco, poteva sentirsi il respiro leggermente affaticato. Piccole gocce di sudore solcavano quel suo viso ancora infantile e tuttavia non paffuto, ma affilato.
Non avrebbe ceduto di certo.
Non per così poco, non proprio all'inizio.

Un'altra campanella. Le lezioni serali.
Si alzò e barcollando si diresse verso l'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione di chimica.


Ad osservarlo meglio c'era da domandarsi cosa potesse tormentare tanto una creatura come quella.
Indossava una felpa bianca, dei jeans decisamente troppo grandi per la sua corporatura minuta, nonostante fosse destinato in maniera palese a diventare molto alto.
Aveva una coltre di capelli castano scuro che stavano diligentemente intorno al suo viso, ordinati.
Sembrava muoversi con titubanza delle volte, specie quando incrociava qualcuno lungo il corridoio.
Lo osservava. Osservava tutti.
Ma il suo sguardo non mutava mai, sembrava vedere sempre la stessa cosa.
Gli altri non potevano sapere che quello che vedeva in ognuno di loro era solo la morte, nulla di più.
E questo Backup non riusciva ad accettarlo.
Non lo avrebbe mai accettato.
Come poteva accettare che la sua vita si riducesse a questo, ad una continua burrasca di eventi che ti porta inevitabilmente a cozzare sempre contro lo stesso fatale scoglio della fine?
Non voleva essere solo uno strumento, ma diventare uno dei direttori del gioco.
L... doveva diventare L. Essere L.
E per realizzare questo suo obiettivo avrebbe dovuto rinunciare ad ogni altra cosa.
Poco male, aveva già rinunciato da tempo all'idea di farsi degli amici, di farsi una vita.
Diventare uno dei pezzi importanti nella scacchiera delle fatalità comportava sacrificio e i suoi dodici anni e la spensieratezza che dovrebbero derivarne non riuscivano a oscurare la luce che sembrava emergere da quei pozzi neri che aveva per occhi, a tratto striati di rosso.
C'era da chiedersi se quei bagliori rossastri fossero immaginazione o realtà delle volte.


Continuò così per due mesi.
Backup si fermava ogni tanto a parlare con Roy e con Jay delle volte, ma quasi sempre perché veniva intercettato da loro.
Era dimagrito paurosamente, inoltre si era alzato di una buona dose di centimetri. Ora sembrava quasi un cerbiatto che si accingeva a raggiungere la sua forma matura. La sua trasformazione diventava palese ogni giorno che passava.
Non potevi incrociarlo se non in biblioteca, saltuariamente nei corridoi, sempre a lezione.
Aveva tanti libri con sé. Era sempre concentrato, proiettato verso il suo obiettivo.
E fra poco avrebbe scoperto se i suoi sforzi erano valsi a qualcosa.

Fino al suo arrivo non c'era storia nei punteggi dei test settimanali, tanto meno in quelli bimestrali che valutavano la preparazione in ogni materia.
A. era sempre la prima, distanziava gli altri almeno di 200-250 punti.
Ogni tanto la incontrava in biblioteca o avviandosi verso la sua camera, ma non si era mai soffermato ad osservarla. Se gli avessero chiesto una descrizione avrebbe detto solo “occhi grigi.”
Non aveva tempo per ricordarsi la sua rivale, sebbene non riuscisse a considerarla in questi termini, se non durante gli esami e all'esposizione dei risultati.
C'era qualcosa che... forse per la fatica, forse per lo stress, non riusciva ad afferrare.
Qualcosa che non gliela faceva odiare, che gliela faceva desiderare in una maniera diversa, insolita.

Ma questo non era importante ora.
L'esame bimestrale iniziò.
Erano disposti in lunghe file di banchi, con almeno quattro docenti pronti a rimproverare chiunque cercasse di copiare o fare qualsiasi cosa che non fosse pensare al compito e risolvere i quiz.
Erano 500 domande su varie materie, tra cui analisi matematica, algebra lineare, geometria, fisica, chimica, biochimica...
Ogni genere di materia tipicamente complessa.
Avevano diverse ore di tempo, circa 30 secondi a domanda.
Problemi, dimostrazioni, quiz a risposta multipla, a risposta aperta...
Backup non immaginava di certo una cosa del genere. Ma sinceramente gli sembrava una passeggiata quella sfacchinata che gli si presentava di fronte rispetto a quello che aveva subito nei due mesi di preparazione.
Gli altri sembravano nel panico, sudavano, borbottavano. Alcuni erano decisamente pallidi, al limite dello stress tollerabile dal corpo umano mediamente.

Non riuscì a finire le domande, il tempo sembrava non bastare mai, ma poteva ritenersi soddisfatto.
Aveva risposto almeno a 350 domande.
Era da vedere se fossero giuste... si mordicchiò il pollice, delicatamente.
Fece per radunare le sue cose quando, rialzando lo sguardo, vide passare di fronte a lui A.
Notò per la prima volta qualche dettaglio in più riguardo quella ragazza.
Non era molto alta... 1.60m forse. Era magrissima, a vederla sembrava un giunco tanto era filiforme. Una larga maglietta a maniche lunghe a righe bianche e nere ricopriva la parte superiore del suo corpo, lasciando scoperte delle clavicole che sbucavano aguzze. Aveva i capelli rossi, di un rosso poco più scuro di quello che a volte si poteva scorgere negli occhi di Beyond, trattenuti da una coda bassa. Tuttavia alcune ciocche rimanevano su quel viso spigoloso, caratterizzato da profonde occhiaie... così marcate che ti veniva da pensare che fossero finte.
Abbassò lo sguardo per osservarla nel suo insieme, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Aveva entrambe le mani fasciate, in alcuni punti le bende erano macchiate di sangue.
All'altezza dei polsi...
Un dettaglio che pochi avrebbero scorto sotto quelle ampie maniche che le ricoprivano le braccia, ma che non sfuggirono a Beyond, che fin da subito aveva manifestato un profondo spirito di osservazione.
La incuriosiva, doveva ammetterlo...

Radunò velocemente le sue cose e proprio quando si accingeva ad uscire dalla classe, vide A. dirigersi verso il corridoio a destra ed entrare in una stanza.
La sua camera a quanto pare.
Non sapeva che quel dettaglio, quella casualità, gli sarebbe stata utile molto presto.
Fece spallucce, quindi con Jay e Roy si avviò alla mensa.
Poteva finalmente concedersi un pasto decente visto che per ora le lezioni sarebbero state sospese, in attesa dei risultati degli esami che avrebbero portato ad una redistribuzione nelle aule a seconda dei punteggi ottenuti.


I giorni seguenti Beyond sembrò un'altra persona.
Sorrideva, aveva preso qualche chilo, quel tanto per farlo sembrare più in salute.
Lo potevi vedere spesso fuori con gli altri, per giocare forse.
Si sentiva potente.
A sentire gli altri, alla maggior parte se non a tutti l'esame era andato male.
Trattava per la maggior parte argomenti che richiedevano una lunga risoluzione o non trattati a lezione.
In media avevano risposto a 100-120 domande.
Lui... sì, si sentiva sicuro del risultato.
Così sicuro da potersi concedere sprazzi di normalità in mezzo alla mediocrità.
Non provava affetto per gli altri, erano solo dei mezzi con cui sfogare gli istinti giovanili che comunque albergavano in lui.
Aveva pur sempre dodici anni.
Non voleva nient'altro dalle persone, sapeva che L lavorava da solo, quindi non aveva intenzione di cambiare le sue abitudini da lupo solitario, se non in quei rari momenti in cui c'era solo il bambino che si accingeva ad entrare nell'adolescenza, e non più il ragazzino proiettato verso un futuro in cui la morte era certa o in cui poteva cambiare l'inevitabilità del fato a cui siamo tutti legati grazie al potere di L.


Ma tutto questo non era destinato a continuare per molto.


Una settimana dopo l'esame furono affissi i risultati pubblicamente.
Tutti si accalcavano attorno alla figura che era arrivata per prima, assieme ad un'altra, di fronte alla bacheca.
Beyond e A.
Il ragazzino con gli occhi dello Shinigami rivolse lo sguardo in alto, verso i primi posti. Aveva già un sorriso, un inquietante sorriso sbilenco, stampato su quel suo viso magro.
Il sorriso si infranse non appena vide i risultati.

1° A 500pt
2° B 300pt

Non guardò il resto.
I suoi occhi si infiammarono, su come vedere dei tizzoni ardenti guizzare dalle tenebre più profonde di una notte senza luna.
Si girò furente, con la mascella serrata, verso il punto in cui era presente A. prima.
Fece in tempo a scorgerne un profilo prima che lei si voltasse avviandosi verso la sua camera.
Vide il suo nome, per la prima volta prestò attenzione a quello che i suoi occhi gli mostravano.
Non ci pensò su due volte.

Lasciò i compagni a chiacchierare di fronte alla bacheca, incamminandosi con passo deciso verso la stanza di A.
Doveva agire subito.
Subito.
Lo sapeva, non aveva tempo da perdere. Doveva essere il primo e per farlo doveva avere in scacco A., doveva capire come faceva quella ragazzina ad ottenere quei punteggi.
Doveva eguagliarla e superarla e per farlo aveva bisogno di lei.
Non gli piaceva affatto come situazione, ma era necessario. Doveva abbandonare l'orgoglio e ridursi a ricattare, per sconfitta, quella creatura con l'unica arma di cui disponeva.
Gli occhi dello Shinigami. Il vero nome di A.
I veri nomi dei bambini della Wammy's House erano segreti, per evitare che potessero essere rintracciati in qualche maniera qualora fossero diventati L. La segretezza era fondamentale.
Lui si preparava a mandare a puttane la segretezza di A.
Il successore di L? Il presunto successore di L ora che c'era Beyond Birthday in circolazione.
 
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L-LocustLove
view post Posted on 10/4/2009, 10:14




:oddeo:








belllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :happy:

continuala mi piace!! :yeee:

ma A è una ragazza anche nel libro Another Note??
SPOILER (click to view)
non ci sono ancora arrivata (devo ancora finire di leggerlo) però pensavo fosse maschio e amico di B, magari avevo capito male o ho letto iformazioni errate! :mu:


complimenti per la ff :feliz:
 
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liseah
view post Posted on 10/4/2009, 12:53




CITAZIONE (L-LocustLove @ 10/4/2009, 11:14)
:oddeo:








belllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :happy:

continuala mi piace!! :yeee:

ma A è una ragazza anche nel libro Another Note??
SPOILER (click to view)
non ci sono ancora arrivata (devo ancora finire di leggerlo) però pensavo fosse maschio e amico di B, magari avevo capito male o ho letto iformazioni errate! :mu:


complimenti per la ff :feliz:

Io ho cercato a fondo, rileggendolo, e si parla in maniera generica del sesso di A, quindi... ho colto la palla al balzo!

Però se vedi qualche riferimento, dimmelo che in caso avverto a inizio chappy che A ha subito una trasformazione di sesso :ahah:


Comunque grazie per i complimenti, sono felice che ti piaccia e sicuramente la continuerò, anche perchè a me piace *_* e se una cosa che scrivo mi piace... è finita! :ninja: watà!
Dai stasera posto altro chappy... promesso :gnegne:
 
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L-LocustLove
view post Posted on 10/4/2009, 12:55




grazie :happy: magari prova a postare il link della ff nel fanclub di b (spero che ti lascino :fermosi: )


così la legge + gente :yeee:
 
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Vampire Nemesi
view post Posted on 10/4/2009, 13:05




A me piace molto! L'ho letta ieri notte ma avevo roppo sonno per commentare!
Continuala!
 
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marikasan
view post Posted on 10/4/2009, 13:12




io ho sempre creduto che A fosse un maschio, anche se nel romanzo non è specificato.
comunque mi piace tantissimo come hai immaginato A, continua la fic sono curiosa!
 
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liseah
view post Posted on 10/4/2009, 13:59




Felice che piaccia anche alla mia amora nemisina mia :happy:

*-* la stavo continuando intanto... sono al chappy 5 ormai U_U mwhahaha

Più tardi posto, promesso U_U



Provo a seguire il tuo consiglio comunque e a linkarla nel fanclub di B... sperando che i nostri shinigami se ne accorgano tardi XD :ahah:

:blush: comunque vi lovvo, sappiatelo.
 
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LadyGriever
view post Posted on 10/4/2009, 19:48




Bellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :lovlov: :lovlov: :lovlov:
 
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view post Posted on 10/4/2009, 20:28
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Ellini
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bella la ficcina...cmq io A l'ho sempre immaginato maschio, anke se non viene specificata bene la sua identità...cmq la storia è interessante!
 
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liseah
view post Posted on 10/4/2009, 21:20




appunto perchè lo si immagina comunemente maschio ho deciso di farlo femmina... e poi il risvolto yaoi ci sarebbe scappato conoscendomi :gnegne:

Comunque ecco il capitolo!

<problemi tecnici °_°>


Dicevo... ecco il capitolo! Un po' lungo, ma non era possibile da spezzettare!
Buona lettura :oddeo:






CAPITOLO 3 - Gli occhi dello Shinigami



Aprì la porta senza troppi convenevoli.

A. sollevò lo sguardo dal libro che aveva poggiato sulle ginocchia, piegate di fronte a sé.
Era distesa nel letto, con indosso solo la maglietta a righe che le arrivava a metà coscia.
Non sembrò turbata dall'arrivo di B.
Gli occhi grigi si posarono su di lui, fissando i suoi neri.
Beyond rivide l'indifferenza, la nullità che lei pensava che fosse, rispecchiata in quegli occhi.
Furente chiuse la porta dietro di sé con un calcio, serrò la mascella facendo digrignare i denti.

Ma poi si calmò.
Sorrise, sfoderò quel sorriso sbilenco che era inquietante su quel suo viso spigoloso.
Sembrava un'immagine distorta, forse perché era distorta la corrente di pensieri che lo attraversava in quel momento.
Sillabò con cura le uniche due parole che si accingeva a pronunciare, leccandosi prima le labbra come se si preparasse a gustare una prelibatezza.

“Andorhal Allen”

A., Andorhal Allen, spalancò gli occhi grigi sentendo il suo nome risuonare nella sua stanza, scandito con una sadica delicatezza e lentezza.
Quello che accadde dopo fu caotico, quasi istantaneo.

Andorhal gettò a terra il pesante libro, si scoprì poi di fisica dei materiali, per poi slanciarsi con le sottili, ma potenti, tanto che si vedeva la muscolatura ben definitiva guizzare sotto il sottile strato di pelle pallida, gambe in direzione di Beyond.
Beyond non si aspettava una reazione del genere.
Rimase immobile, ritrovandosi nel giro di qualche secondo proiettato contro la porta che aveva appena chiuso.
Andorhal aveva serrato le mani contro la felpa del ragazzino, spingendolo pesantemente contro il legno alle sue spalle. Sollevò lo sguardo quel poco che bastava per guardarlo negli occhi e allora Beyond pensò di aver fatto il più grosso errore della sua vita.
Non si accorse del dolore che quella spinta gli aveva provocato, e che gli avrebbe lasciato una evidente ecchimosi sulla schiena, ma fu impaurito dall'espressione che vide dipinta sul viso di quella ragazzina.
Una furia. Cieca. Omicida.
Deglutì pesantemente, aspettandosi che da un momento all'altro Andorhal tentasse di farlo a pezzi.
Non era sicuro di poter contrastare tanta rabbia racchiusa in un corpo all'apparenza così fragile.
Provò paura, per la prima volta, per qualcosa di diverso dall'inevitabilità della morte.
La ragazzina sporse il viso in sua direzione, avvicinandosi tanto da far sentire distintamente a Beyond il suo salito caldo, il profumo della sua pelle.
Il suo cuore accelerò in maniera significativa, specie quando A. iniziò a parlare.

“Tu... tu che ne sai, signor Backup? Sei venuto qui solo per sparare nomi a caso?”

La sua voce era piatta come al solito. A dispetto delle sue azioni, così violente e istintive, le sue parole sembravano ogni volta pensate a lungo, tirate fuori da un vasto repertorio di circostanza.

Ogni volta quella contrapposizione così evidente e netta lo lasciavano senza parole... non sapeva mai come reagire.
Decise di farsi cullare dal lento respiro della ragazzina, di seguire l'andamento della sua voce.

“A caso? Andorhal Allen non è a caso... così come non è a caso il nome di Roy, Rinald Roscoe... o il nome di Jay, Jonathan Jilias... e potrei continuare, dicendoti il nome di ogni singolo componente della Wammy's House, anche se sono sicuro che tu già li conosci...”

Andorhal aggrottò la fronte sentendo quei nomi con un misto di perplessità e di stupore.
Avvicinò a sé Beyond, che si faceva trascinare come una marionetta, per poi sbatterlo di nuovo con violenza contro la porta, lasciandolo andare.
Ci fu solo il leggero tossire di Beyond come sottofondo, dopo quel tonfo secco contro il legno.
Ma non sembrava volesse reagire.
Andorhal era confusa o quantomeno era indecisa sul da farsi. Indietreggiò di qualche passo, distendendo nel frattempo le sottili braccia, lasciandole aderire lungo il corpo.
Ora il suo corpo sembrava rilassato, più in sintonia con la voce che esibì di nuovo.

“Di cosa stai parlando, Backup? A chi hai concesso qualche “favore” per sapere questi nomi?”

La sua insinuazione era palese, ma detta con quel tono sembrava la domanda più naturale e innocente del mondo. Non aspettò la risposta di Beyond.
Forse si aspettava che ci avrebbe messo un po'. Andò verso la scrivania, da cui prese una sigaretta e un accendino.
Si sedette sul davanzale della finestra, lasciando le sottili gambe con le piante dei piedi posate a terra per farle da supporto. Accese la sigaretta, tenendola stretta tra l'indice e il medio della mano sinistra, fasciata come suo solito.
Alla prima boccata si rivolse verso Beyond Birthday, fissandolo in attesa.

Beyond nel vedere le azioni della ragazzina rimase interdetto.
Non sembrava curarsi del fatto che lui sapesse il suo nome, né del fatto che la vedesse mezzo nuda e tanto meno che la cogliesse in flagrante mentre fumava in camera.
Strinse i pugni, decidendo di giocarsi il tutto per tutto.
Doveva suscitare la sua curiosità visto che le minacce non erano in grado di intaccare la sicurezza di Andorhal.
Fece un respiro profondo. Aria fresca si mischiò al fumo che usciva timidamente tra le labbra di quella ragazzina.

“Sto parlando del fatto di poter vedere i veri nomi delle persone solo guardandoli in viso. E io questo posso farlo, grazie ai miei occhi. E non solo questo.”

Si sforzò di mantenere un tono neutrale, ma non riuscì a impedire il tremore che percorreva il suo acerbo corpo. Dopotutto era la prima volta che diceva il suo segreto a qualcuno e questo poteva portarlo a essere rinchiuso in un centro di igiene mentale a seconda della reazione della persona con cui si confidava.

Andorhal fece un altro tiro, espirando il fumo lentamente, sollevando il viso verso Beyond.
Lo osservò dall'alto della sua posizione sul davanzale, si gustò l'attesa, il suo corpo tremante.
Poi flesse il capo verso la parete affianco, osservandolo di sbieco.
Sembrava gustarsi l'osservazione della sua vittima da ogni angolazione, come un predatore.

“Stai parlando degli occhi dello Shinigami, quindi.”

Beyond non poté fare a meno di spalancare gli occhi.
Gli occhi dello Shinigami? Di cosa stava parlando?
Era forse possibile che quella ragazzina, quell'ossuta e irritante creatura di sesso femminile, destinata alla morte come tutti gli altri fosse la chiave delle risposte che andava cercando?
Scosse leggermente il capo, spostando di un poco i capelli dal suo viso in cui era dipinta un'espressione spaventata.
Terrorizzata, a dire il vero. Era sempre stato convinto di avere in mano tutte le risposte, di non aver bisogno di altro che non di se stesso e del potere di L per cambiare le cose.
Nel giro di qualche minuto era cambiato tutto, troppo... troppo repentinamente.
Questo andava ben oltre la predestinazione, la fatalità.

Si fece scivolare lentamente a terra, utilizzando la porta alle sue spalle come sostegno, fino a trovarsi con il capo chino, le lunghe gambe da cerbiatto piegate davanti a sé.
Andorhal osservava i movimenti del ragazzino... socchiuse gli occhi grigi, come se quella visione in qualche modo la toccasse o quanto meno la comprendesse.
Era difficile capire fin dove arrivasse il suo livello di comprensione altrui.
Strinse la sigaretta all'angolo della bocca, mettendosi poi a frugare tra i tanti libri della sua scrivania.
Beyond non si accorse dei suoi movimenti fino a quando tra le ginocchia non gli piombò un libro.
Sobbalzò così bruscamente che c'era da domandarsi se non fosse stata la morte in persona a scuoterlo dai suoi pensieri.
Arrossì ferocemente, accorgendosi di quanto la presenza di A. non gli causasse disagio, tanto da sentirsi libero di perdersi in chissà quali peregrinazioni mentali.
Poi fu distratto dal libro che ora si trovava tra le mani.

“Gli dei della Morte – trattato sulla concezione della Morte nella popolazione Orientale e Occidentale”

Un titolone.
Beyond aggrottò la fronte, sollevando lo sguardo verso A. e si ritrasse di un poco accorgendosi che troneggiava di fronte a lui.
Vide di lei le scheletriche gambe, ben piantate a offrire una posizione stabile a quella ragazzina.
Andorhal portò la mano destra alla bocca, afferrando la sigaretta.
Espirò del fumo verso l'alto, per poi tornare ad osservare Beyond a terra, ai suoi piedi.

“Con questo forse capirai di cosa sto parlando.”

Gli occhi neri del ragazzino si misero a fissare intensamente la copertina, come se preferissero l'inquietante scena dipinta su quel libro alla visione di Andorhal che sembrava farsi beffe di lui quasi.
Se le stava facendo eccome.
Ridacchiando, come mai aveva fatto prima, si allontanò da Beyond, avviandosi verso il bagno.
Lungo il tragitto spense la sigaretta su un posacenere di passaggio.
Ma tutto questo non fu visto da Backup, intento com'era a iniziare a leggere.
L'unica cosa che gli arrivò furono delle parole scandite con cura, sicuramente beffarde, dette a voce alta mentre la ragazzina abbandonava la camera principale.

“Suppongo tu sia lento a leggere, quindi io faccio una doccia intanto. Mettiti pure comodo, non farti scrupoli o problemi, eh.”

Espressione di pura ovvietà.
Irritante espressione di pura ovvietà. Ma Beyond era troppo occupato a leggere quello strano libro.
Dopo quasi due ore Beyond flesse il capo indietro, poggiando parzialmente la nuca sulla porta alle sue spalle.
Intanto dalla finestra filtrava la luce del tramonto, segnale inequivocabile del tempo che era passato.
Ma sinceramente, al ragazzino non era necessario quell'indizio per capire che molte cose erano cambiate, che qualcosa di importante era successo...
Sospirò pesantemente, distendendo le braccia e lasciando scivolare di lato il libro, che rimase mezzo aperto, così da concedere la possibilità a un lettore di passaggio di scorgerne poche frasi.

“Tuttavia esistono filoni che si sono distaccati dalla teoria moderna legata al culto degli dei della Morte, Shinigami in Giappone. Sembra che queste creature esistano per togliere la vita delle persone, altrimenti destinate ad esistenze potenzialmente infinite.
Conoscono ciò che è essenziale di un qualsiasi individuo, il suo nome per sapere come chiamarli alla Morte e la loro potenziale data di morte. Si dice sia solo potenziale poiché l'intervento di uno Shinigami da alcuni è considerato un evento contro il naturale corso degli eventi.”

Ecco perché li aveva chiamati occhi dello Shinigami.
Questo libro, sebbene trattasse seriamente l'argomento, nel suo scetticismo dimostrava che non c'erano stati altri casi come quelli di Beyond.
A lui venne da sorridere, in quella sua inquietante maniera sbilenca.
Vantaggio, aveva un enorme vantaggio.
O meglio, lo aveva in teoria, doveva solo avere il potere necessario per averlo anche in pratica.
E aveva tutti i mezzi per farlo.
Andorhal era un mezzo, solo quello.
Non riusciva a comprendere come mai quella ragazzina lo interessasse tanto. Non era solo una questione materiale, non era solo competizione e desiderio estremo di vittoria.
Era...
Desiderio, ma di altro tipo.
Rivolse gli occhi neri in direzione del breve corridoio in cui c'era il bagno, ruotando di un poco il capo per facilitare la sua osservazione.
Nonostante questo “intoppo” non meglio definito, sapeva che aveva tutte le carte in regola per sbarazzarsi di A. Lei era curiosa, così curiosa da avere libri come quello in camera.
Avrebbe considerato Beyond come qualcosa da studiare, lui ne era sicuro.
Una cavia. E lui ne avrebbe approfittato.
Non esisteva altro che quello scopo, che entrare nel gioco del fato.

Beata auto convinzione.

Quando Andorhal uscì dal bagno per poco non venne un attacco di cuore a Beyond.
Ma non a quello freddo e calcolatore, ma al suo lato adolescenziale in fase di sviluppo.

La ragazzina emerse dal bagno mentre si sfregava con un asciugamano bianco. Tuttavia non si era presa la briga di indossare altro.
Backup sperimentò le diverse gradazioni del rosso e del porpora mentre quella ossuta figura sfilava di fronte a lui.

Da parte sua, Andorhal non sembrava neanche badare a B., alle sue reazioni e alla sua presenza.
In apparenza.
Di fronte all'armadio tirò fuori una maglietta a maniche lunghe a righe nere e bianche, come quella che indossava precedentemente. Mentre sfregava l'asciugamano contro i ramati capelli, rivolse un'occhiata di sbieco a Beyond, osservandolo con lo stesso grado di interesse con cui si osserva uno scalino quando si percorre una rampa di scale.

“Non sarai in imbarazzo, signor Backup? Conosci di me la parte più intima e nascosta, il mio nome... cosa vuoi che sia un corpo nudo?”

La sua voce era pacata, lenta. Sembrava voler infondere sicurezza a quel ragazzino che, era palese, avrebbe desiderato cavarsi via gli occhi o fuggire velocemente dalla stanza.
Ma il lato calcolatore e privo di scrupoli di Beyond colse quelle parole come una sfida.
Alzò il viso, leggermente arrossato, verso la figura di fronte all'armadio, che lo guardava a sua volta.

Quello che vide lo sconvolse.
Per la prima volta vide un corpo, un'essenziale e intricata rete di muscoli, ossa, pelle e vasi sanguigni bene in vista, per quanto sia possibile in un essere vivente, che esprimeva inequivocabilmente vita e non suo.
Era difficile da spiegare, ma fu colpito dal fatto che tanta vita fosse racchiusa in qualcuno di diverso da se stesso, quanto anche un'altra persona fosse percorsa da pulsazioni di vita che tentava di guizzare verso l'esterno per dimostrare la sua presenza.
Non vide la nudità, ma il corpo nella sua interezza.
Un corpo destinato a morire? In quel momento la data di morte che ondeggiava sopra la testa di Andorhal gli sembrò un'assurdità.

Ma fu catapultato di nuovo a quella realtà di inevitabile morte nel constatare che quel corpo non era perfetto, immacolato ed essenziale come gli era sembrato all'inizio.
Per la prima volta vide le braccia di Andorhal prive di bendaggio.
Vide uno scempio tale che sentì il viso contrarsi involontariamente, come se quel dolore lo sentisse lui stesso.
Era una sensazione del tutto nuova per lui... quella specie di empatia... che derivava dalla visione di qualcosa di totalmente nuovo.
Sapeva ovviamente che le persone erano destinate a morire, ma aveva sempre pensato che non conoscendo realmente, non potendo toccare con mano la loro fine che prima o poi sarebbe arrivata si limitassero semplicemente a vivere.
Non aveva nemmeno preso in considerazione che qualcuno avrebbe cercato di compensare la mancanza della possibilità di sapere quando morirà ricercando la morte di continuo.
O cercando qualcosa di molto simile.
Le braccia di A. erano ricoperte di tagli. Alcuni erano solo graffi, altre cicatrici e ferite di rilevante spessore. Sembrava che su quella pelle una lama avesse improvvisato un walzer, fatto di rapidi movimenti e di scivolate profonde.
Beyond si alzò lentamente, raddrizzando la sua esile e alta figura, aiutandosi con la porta alle sue spalle.
Non era sicuro di reggersi in piedi, non ne era sicuro affatto.

Andorhal non sembrò accorgersi delle sensazioni che era riuscita a far provare a quel ragazzino.
Era difficile stabilire se fosse veramente così.
Finì di vestirsi, mettendosi quella sua solita maglietta a maniche lunghe a righe bianche e nere, aggiungendo poi dei jeans strappati in più punti.
Lasciò i capelli ramati liberi di descrivere riflessi rossastri in vari punti della stanza quando venivano colti dagli ultimi sporadici raggi del sole ormai morente.
Si avvicinò poi a Beyond, che da parte sua non era molto sicuro sul da farsi.
Si sporse contro il suo corpo, facendogli sentire distintamente il profumo del suo bagnoschiuma, le ossa che sbucavano aguzze dal suo petto.
Questo avvicinamento fece accelerare nuovamente il cuore di Backup, che si sentiva braccato su due fronti... quello dell'adolescente e quello del freddo calcolatore.
Dio, era troppo, troppo anche per chi vedeva fin troppo dalla nascita.
Mormorò qualcosa, posando gli occhi grigi in direzione dei suoi neri.

“Non sono io a dovermi adattare, ma tu. Non dimenticartelo questo, quando domani tornerai con la tua offerta, signor Backup.”

Beyond aprì la bocca, pronto a replicare, ma nel giro di qualche secondo non si trovò più a parlare con un viso, un viso così vicino, così reale e vivo, ma solo con una figura di spalle, che si sedeva nuovamente sul letto, intenta a bendarsi nuovamente le braccia.
Rimase interdetto, quasi offeso nel constatare la reazione del suo corpo che alla vicinanza di una ragazza non era rimasto del tutto indifferente. Serrò la mascella, sentendosi beatamente preso in giro.
Vide il nome di Andorhal guizzare alla sua vista, di nuovo. E la sua data di morte.
Ma non riuscì a focalizzarla, nell'istante in cui tentò di farlo, nel vano tentativo di portare quella ragazzina al livello di ogni altra creatura destinata a qualcosa di preciso come la morte, lei parlò di nuovo.

“Ora vattene, non occorre più la tua presenza nella mia stanza.”

Glaciale. Una coltellata in pieno petto, col fruscio di un vento gelido che si insinuava nell'apertura creata da quello squarcio innaturale.
Si sentì gettato via come un giocattolo vecchio, ormai noioso e ripetitivo.
Ma perché si sentiva così?...
La rabbia cancellata in un istante. Tutto cancellato.

Obbedì.
Aprì la porta, per poi chiuderla alle sue spalle, incamminandosi verso la propria stanza.
A chiunque capitò di incrociarlo durante quel percorso si presentò una visione spaventosa.
Una figura tanto vivace negli ultimi giorni, così energica, ridotta a strisciare il passo verso la sua camera, leggermente curvo, con gli abiti che cascavano su quel corpo provato da chissà quale fatica.
L'unica cosa che si distaccava da quell'esausto insieme erano i suoi occhi.
Bagliori rossastri sbucarono dall'oscurità, uno sguardo fisso, come se la mente stesse effettuando un calcolo troppo lungo, troppo complesso e avesse timore di perdere l'importante punto a cui è arrivato.
Così si sentiva Beyond Birthday, come se qualcosa di essenziale gli fosse sfuggito e fosse custodito in un'intricata ragnatela di emozioni e reazioni umane.
Non il suo campo... assolutamente non il suo campo.

Edited by liseah - 10/4/2009, 23:21
 
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marikasan
view post Posted on 11/4/2009, 10:55




O_O bello...ti giuro che quel gesto non me l'aspettavo proprio da A.sopratutto sapendo che è femmina XD.
continua la fic *W*
 
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liseah
view post Posted on 11/4/2009, 12:54




CITAZIONE (marikasan @ 11/4/2009, 11:55)
O_O bello...ti giuro che quel gesto non me l'aspettavo proprio da A.sopratutto sapendo che è femmina XD.
continua la fic *W*

Certo che la continuo... felice che ti sia piaciuto il colpo di scena, hihihih :sbrillo:
Stasera metto il chappy 4 *-*
 
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L-LocustLove
view post Posted on 11/4/2009, 13:09




Liseah! :happy: :happy:

è bellissima :happy:
 
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LadyGriever
view post Posted on 11/4/2009, 15:56




Oh mammmmmma :lovlov:

Ho sudato freddo insieme a B ahahah :merola:

Povero diavoletto :love:

Continuaaaaa :yeee:
 
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173 replies since 8/4/2009, 23:37   8036 views
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