appunto perchè lo si immagina comunemente maschio ho deciso di farlo femmina... e poi il risvolto yaoi ci sarebbe scappato conoscendomi
Comunque ecco il capitolo!
<problemi tecnici °_°>
Dicevo... ecco il capitolo! Un po' lungo, ma non era possibile da spezzettare!
Buona lettura
CAPITOLO 3 - Gli occhi dello ShinigamiAprì la porta senza troppi convenevoli.
A. sollevò lo sguardo dal libro che aveva poggiato sulle ginocchia, piegate di fronte a sé.
Era distesa nel letto, con indosso solo la maglietta a righe che le arrivava a metà coscia.
Non sembrò turbata dall'arrivo di B.
Gli occhi grigi si posarono su di lui, fissando i suoi neri.
Beyond rivide l'indifferenza, la nullità che lei pensava che fosse, rispecchiata in quegli occhi.
Furente chiuse la porta dietro di sé con un calcio, serrò la mascella facendo digrignare i denti.
Ma poi si calmò.
Sorrise, sfoderò quel sorriso sbilenco che era inquietante su quel suo viso spigoloso.
Sembrava un'immagine distorta, forse perché era distorta la corrente di pensieri che lo attraversava in quel momento.
Sillabò con cura le uniche due parole che si accingeva a pronunciare, leccandosi prima le labbra come se si preparasse a gustare una prelibatezza.
“Andorhal Allen”
A., Andorhal Allen, spalancò gli occhi grigi sentendo il suo nome risuonare nella sua stanza, scandito con una sadica delicatezza e lentezza.
Quello che accadde dopo fu caotico, quasi istantaneo.
Andorhal gettò a terra il pesante libro, si scoprì poi di fisica dei materiali, per poi slanciarsi con le sottili, ma potenti, tanto che si vedeva la muscolatura ben definitiva guizzare sotto il sottile strato di pelle pallida, gambe in direzione di Beyond.
Beyond non si aspettava una reazione del genere.
Rimase immobile, ritrovandosi nel giro di qualche secondo proiettato contro la porta che aveva appena chiuso.
Andorhal aveva serrato le mani contro la felpa del ragazzino, spingendolo pesantemente contro il legno alle sue spalle. Sollevò lo sguardo quel poco che bastava per guardarlo negli occhi e allora Beyond pensò di aver fatto il più grosso errore della sua vita.
Non si accorse del dolore che quella spinta gli aveva provocato, e che gli avrebbe lasciato una evidente ecchimosi sulla schiena, ma fu impaurito dall'espressione che vide dipinta sul viso di quella ragazzina.
Una furia. Cieca. Omicida.
Deglutì pesantemente, aspettandosi che da un momento all'altro Andorhal tentasse di farlo a pezzi.
Non era sicuro di poter contrastare tanta rabbia racchiusa in un corpo all'apparenza così fragile.
Provò paura, per la prima volta, per qualcosa di diverso dall'inevitabilità della morte.
La ragazzina sporse il viso in sua direzione, avvicinandosi tanto da far sentire distintamente a Beyond il suo salito caldo, il profumo della sua pelle.
Il suo cuore accelerò in maniera significativa, specie quando A. iniziò a parlare.
“Tu... tu che ne sai, signor Backup? Sei venuto qui solo per sparare nomi a caso?”
La sua voce era piatta come al solito. A dispetto delle sue azioni, così violente e istintive, le sue parole sembravano ogni volta pensate a lungo, tirate fuori da un vasto repertorio di circostanza.
Ogni volta quella contrapposizione così evidente e netta lo lasciavano senza parole... non sapeva mai come reagire.
Decise di farsi cullare dal lento respiro della ragazzina, di seguire l'andamento della sua voce.
“A caso? Andorhal Allen non è a caso... così come non è a caso il nome di Roy, Rinald Roscoe... o il nome di Jay, Jonathan Jilias... e potrei continuare, dicendoti il nome di ogni singolo componente della Wammy's House, anche se sono sicuro che tu già li conosci...”
Andorhal aggrottò la fronte sentendo quei nomi con un misto di perplessità e di stupore.
Avvicinò a sé Beyond, che si faceva trascinare come una marionetta, per poi sbatterlo di nuovo con violenza contro la porta, lasciandolo andare.
Ci fu solo il leggero tossire di Beyond come sottofondo, dopo quel tonfo secco contro il legno.
Ma non sembrava volesse reagire.
Andorhal era confusa o quantomeno era indecisa sul da farsi. Indietreggiò di qualche passo, distendendo nel frattempo le sottili braccia, lasciandole aderire lungo il corpo.
Ora il suo corpo sembrava rilassato, più in sintonia con la voce che esibì di nuovo.
“Di cosa stai parlando, Backup? A chi hai concesso qualche “favore” per sapere questi nomi?”
La sua insinuazione era palese, ma detta con quel tono sembrava la domanda più naturale e innocente del mondo. Non aspettò la risposta di Beyond.
Forse si aspettava che ci avrebbe messo un po'. Andò verso la scrivania, da cui prese una sigaretta e un accendino.
Si sedette sul davanzale della finestra, lasciando le sottili gambe con le piante dei piedi posate a terra per farle da supporto. Accese la sigaretta, tenendola stretta tra l'indice e il medio della mano sinistra, fasciata come suo solito.
Alla prima boccata si rivolse verso Beyond Birthday, fissandolo in attesa.
Beyond nel vedere le azioni della ragazzina rimase interdetto.
Non sembrava curarsi del fatto che lui sapesse il suo nome, né del fatto che la vedesse mezzo nuda e tanto meno che la cogliesse in flagrante mentre fumava in camera.
Strinse i pugni, decidendo di giocarsi il tutto per tutto.
Doveva suscitare la sua curiosità visto che le minacce non erano in grado di intaccare la sicurezza di Andorhal.
Fece un respiro profondo. Aria fresca si mischiò al fumo che usciva timidamente tra le labbra di quella ragazzina.
“Sto parlando del fatto di poter vedere i veri nomi delle persone solo guardandoli in viso. E io questo posso farlo, grazie ai miei occhi. E non solo questo.”
Si sforzò di mantenere un tono neutrale, ma non riuscì a impedire il tremore che percorreva il suo acerbo corpo. Dopotutto era la prima volta che diceva il suo segreto a qualcuno e questo poteva portarlo a essere rinchiuso in un centro di igiene mentale a seconda della reazione della persona con cui si confidava.
Andorhal fece un altro tiro, espirando il fumo lentamente, sollevando il viso verso Beyond.
Lo osservò dall'alto della sua posizione sul davanzale, si gustò l'attesa, il suo corpo tremante.
Poi flesse il capo verso la parete affianco, osservandolo di sbieco.
Sembrava gustarsi l'osservazione della sua vittima da ogni angolazione, come un predatore.
“Stai parlando degli occhi dello Shinigami, quindi.”
Beyond non poté fare a meno di spalancare gli occhi.
Gli occhi dello Shinigami? Di cosa stava parlando?
Era forse possibile che quella ragazzina, quell'ossuta e irritante creatura di sesso femminile, destinata alla morte come tutti gli altri fosse la chiave delle risposte che andava cercando?
Scosse leggermente il capo, spostando di un poco i capelli dal suo viso in cui era dipinta un'espressione spaventata.
Terrorizzata, a dire il vero. Era sempre stato convinto di avere in mano tutte le risposte, di non aver bisogno di altro che non di se stesso e del potere di L per cambiare le cose.
Nel giro di qualche minuto era cambiato tutto, troppo... troppo repentinamente.
Questo andava ben oltre la predestinazione, la fatalità.
Si fece scivolare lentamente a terra, utilizzando la porta alle sue spalle come sostegno, fino a trovarsi con il capo chino, le lunghe gambe da cerbiatto piegate davanti a sé.
Andorhal osservava i movimenti del ragazzino... socchiuse gli occhi grigi, come se quella visione in qualche modo la toccasse o quanto meno la comprendesse.
Era difficile capire fin dove arrivasse il suo livello di comprensione altrui.
Strinse la sigaretta all'angolo della bocca, mettendosi poi a frugare tra i tanti libri della sua scrivania.
Beyond non si accorse dei suoi movimenti fino a quando tra le ginocchia non gli piombò un libro.
Sobbalzò così bruscamente che c'era da domandarsi se non fosse stata la morte in persona a scuoterlo dai suoi pensieri.
Arrossì ferocemente, accorgendosi di quanto la presenza di A. non gli causasse disagio, tanto da sentirsi libero di perdersi in chissà quali peregrinazioni mentali.
Poi fu distratto dal libro che ora si trovava tra le mani.
“Gli dei della Morte – trattato sulla concezione della Morte nella popolazione Orientale e Occidentale”
Un titolone.
Beyond aggrottò la fronte, sollevando lo sguardo verso A. e si ritrasse di un poco accorgendosi che troneggiava di fronte a lui.
Vide di lei le scheletriche gambe, ben piantate a offrire una posizione stabile a quella ragazzina.
Andorhal portò la mano destra alla bocca, afferrando la sigaretta.
Espirò del fumo verso l'alto, per poi tornare ad osservare Beyond a terra, ai suoi piedi.
“Con questo forse capirai di cosa sto parlando.”
Gli occhi neri del ragazzino si misero a fissare intensamente la copertina, come se preferissero l'inquietante scena dipinta su quel libro alla visione di Andorhal che sembrava farsi beffe di lui quasi.
Se le stava facendo eccome.
Ridacchiando, come mai aveva fatto prima, si allontanò da Beyond, avviandosi verso il bagno.
Lungo il tragitto spense la sigaretta su un posacenere di passaggio.
Ma tutto questo non fu visto da Backup, intento com'era a iniziare a leggere.
L'unica cosa che gli arrivò furono delle parole scandite con cura, sicuramente beffarde, dette a voce alta mentre la ragazzina abbandonava la camera principale.
“Suppongo tu sia lento a leggere, quindi io faccio una doccia intanto. Mettiti pure comodo, non farti scrupoli o problemi, eh.”
Espressione di pura ovvietà.
Irritante espressione di pura ovvietà. Ma Beyond era troppo occupato a leggere quello strano libro.
Dopo quasi due ore Beyond flesse il capo indietro, poggiando parzialmente la nuca sulla porta alle sue spalle.
Intanto dalla finestra filtrava la luce del tramonto, segnale inequivocabile del tempo che era passato.
Ma sinceramente, al ragazzino non era necessario quell'indizio per capire che molte cose erano cambiate, che qualcosa di importante era successo...
Sospirò pesantemente, distendendo le braccia e lasciando scivolare di lato il libro, che rimase mezzo aperto, così da concedere la possibilità a un lettore di passaggio di scorgerne poche frasi.
“Tuttavia esistono filoni che si sono distaccati dalla teoria moderna legata al culto degli dei della Morte, Shinigami in Giappone. Sembra che queste creature esistano per togliere la vita delle persone, altrimenti destinate ad esistenze potenzialmente infinite.
Conoscono ciò che è essenziale di un qualsiasi individuo, il suo nome per sapere come chiamarli alla Morte e la loro potenziale data di morte. Si dice sia solo potenziale poiché l'intervento di uno Shinigami da alcuni è considerato un evento contro il naturale corso degli eventi.”
Ecco perché li aveva chiamati occhi dello Shinigami.
Questo libro, sebbene trattasse seriamente l'argomento, nel suo scetticismo dimostrava che non c'erano stati altri casi come quelli di Beyond.
A lui venne da sorridere, in quella sua inquietante maniera sbilenca.
Vantaggio, aveva un enorme vantaggio.
O meglio, lo aveva in teoria, doveva solo avere il potere necessario per averlo anche in pratica.
E aveva tutti i mezzi per farlo.
Andorhal era un mezzo, solo quello.
Non riusciva a comprendere come mai quella ragazzina lo interessasse tanto. Non era solo una questione materiale, non era solo competizione e desiderio estremo di vittoria.
Era...
Desiderio, ma di altro tipo.
Rivolse gli occhi neri in direzione del breve corridoio in cui c'era il bagno, ruotando di un poco il capo per facilitare la sua osservazione.
Nonostante questo “intoppo” non meglio definito, sapeva che aveva tutte le carte in regola per sbarazzarsi di A. Lei era curiosa, così curiosa da avere libri come quello in camera.
Avrebbe considerato Beyond come qualcosa da studiare, lui ne era sicuro.
Una cavia. E lui ne avrebbe approfittato.
Non esisteva altro che quello scopo, che entrare nel gioco del fato.
Beata auto convinzione.
Quando Andorhal uscì dal bagno per poco non venne un attacco di cuore a Beyond.
Ma non a quello freddo e calcolatore, ma al suo lato adolescenziale in fase di sviluppo.
La ragazzina emerse dal bagno mentre si sfregava con un asciugamano bianco. Tuttavia non si era presa la briga di indossare altro.
Backup sperimentò le diverse gradazioni del rosso e del porpora mentre quella ossuta figura sfilava di fronte a lui.
Da parte sua, Andorhal non sembrava neanche badare a B., alle sue reazioni e alla sua presenza.
In apparenza.
Di fronte all'armadio tirò fuori una maglietta a maniche lunghe a righe nere e bianche, come quella che indossava precedentemente. Mentre sfregava l'asciugamano contro i ramati capelli, rivolse un'occhiata di sbieco a Beyond, osservandolo con lo stesso grado di interesse con cui si osserva uno scalino quando si percorre una rampa di scale.
“Non sarai in imbarazzo, signor Backup? Conosci di me la parte più intima e nascosta, il mio nome... cosa vuoi che sia un corpo nudo?”
La sua voce era pacata, lenta. Sembrava voler infondere sicurezza a quel ragazzino che, era palese, avrebbe desiderato cavarsi via gli occhi o fuggire velocemente dalla stanza.
Ma il lato calcolatore e privo di scrupoli di Beyond colse quelle parole come una sfida.
Alzò il viso, leggermente arrossato, verso la figura di fronte all'armadio, che lo guardava a sua volta.
Quello che vide lo sconvolse.
Per la prima volta vide un corpo, un'essenziale e intricata rete di muscoli, ossa, pelle e vasi sanguigni bene in vista, per quanto sia possibile in un essere vivente, che esprimeva inequivocabilmente vita e non suo.
Era difficile da spiegare, ma fu colpito dal fatto che tanta vita fosse racchiusa in qualcuno di diverso da se stesso, quanto anche un'altra persona fosse percorsa da pulsazioni di vita che tentava di guizzare verso l'esterno per dimostrare la sua presenza.
Non vide la nudità, ma il corpo nella sua interezza.
Un corpo destinato a morire? In quel momento la data di morte che ondeggiava sopra la testa di Andorhal gli sembrò un'assurdità.
Ma fu catapultato di nuovo a quella realtà di inevitabile morte nel constatare che quel corpo non era perfetto, immacolato ed essenziale come gli era sembrato all'inizio.
Per la prima volta vide le braccia di Andorhal prive di bendaggio.
Vide uno scempio tale che sentì il viso contrarsi involontariamente, come se quel dolore lo sentisse lui stesso.
Era una sensazione del tutto nuova per lui... quella specie di empatia... che derivava dalla visione di qualcosa di totalmente nuovo.
Sapeva ovviamente che le persone erano destinate a morire, ma aveva sempre pensato che non conoscendo realmente, non potendo toccare con mano la loro fine che prima o poi sarebbe arrivata si limitassero semplicemente a vivere.
Non aveva nemmeno preso in considerazione che qualcuno avrebbe cercato di compensare la mancanza della possibilità di sapere quando morirà ricercando la morte di continuo.
O cercando qualcosa di molto simile.
Le braccia di A. erano ricoperte di tagli. Alcuni erano solo graffi, altre cicatrici e ferite di rilevante spessore. Sembrava che su quella pelle una lama avesse improvvisato un walzer, fatto di rapidi movimenti e di scivolate profonde.
Beyond si alzò lentamente, raddrizzando la sua esile e alta figura, aiutandosi con la porta alle sue spalle.
Non era sicuro di reggersi in piedi, non ne era sicuro affatto.
Andorhal non sembrò accorgersi delle sensazioni che era riuscita a far provare a quel ragazzino.
Era difficile stabilire se fosse veramente così.
Finì di vestirsi, mettendosi quella sua solita maglietta a maniche lunghe a righe bianche e nere, aggiungendo poi dei jeans strappati in più punti.
Lasciò i capelli ramati liberi di descrivere riflessi rossastri in vari punti della stanza quando venivano colti dagli ultimi sporadici raggi del sole ormai morente.
Si avvicinò poi a Beyond, che da parte sua non era molto sicuro sul da farsi.
Si sporse contro il suo corpo, facendogli sentire distintamente il profumo del suo bagnoschiuma, le ossa che sbucavano aguzze dal suo petto.
Questo avvicinamento fece accelerare nuovamente il cuore di Backup, che si sentiva braccato su due fronti... quello dell'adolescente e quello del freddo calcolatore.
Dio, era troppo, troppo anche per chi vedeva fin troppo dalla nascita.
Mormorò qualcosa, posando gli occhi grigi in direzione dei suoi neri.
“Non sono io a dovermi adattare, ma tu. Non dimenticartelo questo, quando domani tornerai con la tua offerta, signor Backup.”
Beyond aprì la bocca, pronto a replicare, ma nel giro di qualche secondo non si trovò più a parlare con un viso, un viso così vicino, così reale e vivo, ma solo con una figura di spalle, che si sedeva nuovamente sul letto, intenta a bendarsi nuovamente le braccia.
Rimase interdetto, quasi offeso nel constatare la reazione del suo corpo che alla vicinanza di una ragazza non era rimasto del tutto indifferente. Serrò la mascella, sentendosi beatamente preso in giro.
Vide il nome di Andorhal guizzare alla sua vista, di nuovo. E la sua data di morte.
Ma non riuscì a focalizzarla, nell'istante in cui tentò di farlo, nel vano tentativo di portare quella ragazzina al livello di ogni altra creatura destinata a qualcosa di preciso come la morte, lei parlò di nuovo.
“Ora vattene, non occorre più la tua presenza nella mia stanza.”
Glaciale. Una coltellata in pieno petto, col fruscio di un vento gelido che si insinuava nell'apertura creata da quello squarcio innaturale.
Si sentì gettato via come un giocattolo vecchio, ormai noioso e ripetitivo.
Ma perché si sentiva così?...
La rabbia cancellata in un istante. Tutto cancellato.
Obbedì.
Aprì la porta, per poi chiuderla alle sue spalle, incamminandosi verso la propria stanza.
A chiunque capitò di incrociarlo durante quel percorso si presentò una visione spaventosa.
Una figura tanto vivace negli ultimi giorni, così energica, ridotta a strisciare il passo verso la sua camera, leggermente curvo, con gli abiti che cascavano su quel corpo provato da chissà quale fatica.
L'unica cosa che si distaccava da quell'esausto insieme erano i suoi occhi.
Bagliori rossastri sbucarono dall'oscurità, uno sguardo fisso, come se la mente stesse effettuando un calcolo troppo lungo, troppo complesso e avesse timore di perdere l'importante punto a cui è arrivato.
Così si sentiva Beyond Birthday, come se qualcosa di essenziale gli fosse sfuggito e fosse custodito in un'intricata ragnatela di emozioni e reazioni umane.
Non il suo campo... assolutamente non il suo campo.
Edited by liseah - 10/4/2009, 23:21