In Case You Need, Naruto (rosso - AU)

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Kasra;
icon12  view post Posted on 9/1/2015, 19:50 by: Kasra;
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IN CASE YOU NEED





Sas'ke non si spiegava come Itachi fosse riuscito a convincerlo ad accompagnarlo allo Sharingan, il famoso club del sopraccitato, pieno di quei suoi amici strani coi quali lui non c'entrava nulla e che preferiva di gran lunga evitare.
Per di più, i locali a luci rosse non erano proprio nel suo genere: non aveva alcun bisogno di soddisfare i suoi desideri sessuali con sconosciuti che ballavano aggrappati ai pali del palco, poteva avere chi desiderava senza abbassarsi a tanto. Anzi, era pure costretto a declinare parecchi inviti, tante erano le offerte che gli venivano sottoposte.
“Tsk, è tutta colpa tua, niisan ...”, pensò irritato mentre sorseggiava un Cuba Libre al bancone dietro il quale si aggiravano le bariste, agghindate in abiti fin troppo succinti per essere una scelta d'abbigliamento personale.
La sua espressione corrucciata sembrava aver attirato l'attenzione di una delle ragazze che, pulendo un boccale da birra, si sporse verso il cliente, osservandolo con attenzione.
«Itachi ti ha costretto a venire, vero?», domandò col tono di chi la sa lunga.
Sas'ke alzò lo sguardo su di lei, squadrandola col suo solito occhio clinico: i capelli scuri erano legati in un'alta, lunga e fluente coda di cavallo che le ricadeva dietro la nuca, gli occhi color cioccolato, perfettamente truccati, risaltavano grazie alla matita nera, passata sull'interno della palpebra con precisione, la bocca dalla forma morbida luccicava per il leggero lucidalabbra. L'Uchiha fu lieto di notare che non era eccessivamente truccata, al contrario della collega bionda che in quel momento stava lavorando con lo shaker, sotto le occhiate voluttuose di alcuni uomini e donne che attendevano i propri drink. Non era mai riuscito a sopportare la frivolezza cui cedeva la maggior parte delle donne.

«Mmh», rispose, e l'occhio gli cadde sul décolleté messo in mostra da un top rosso cremisi, succinto e lucido. «Come se non avesse altra gente a cui badare», commentò aspro, per poi riportare lo sguardo sul viso di lei, ridente e malizioso.
«Comprendo la tua frustrazione», fece allegra. «Ma sai, entrare nella mente di quell'uomo è impossibile».
«Altroché», concordò Sas'ke, terminando il Cuba Libre. Era già il terzo, l'irritazione per il fratello cominciava a scemare, offuscata dalla musica e dalla voce sensuale della ragazza e dall'alcool.
«Senti … ti va di ballare?», propose la barista all'altro senza giri di parole.
Ora, normalmente Sas'ke non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non era il tipo e di solito non ne aveva neppure voglia. Ma l'idea di distrarsi dal pensiero fastidioso del maggiore ed
intrattenersi con quella ragazza lo allettava particolarmente.
Perciò rispose con un «Certo» e si alzò dallo sgabello alto, mentre lei aggirava il bancone e lo seguiva sul dancefloor.

Le luci rossastre e violette si riflettevano sulla stroboscopica, specchiandosi sulla folla sottostante, illuminandola fiocamente e creando un'atmosfera piuttosto intima, che spingeva le coppiette ad appartarsi sui divanetti di pelle ad amoreggiare dietro i veli semi trasparenti che pendevano dal soffitto.
La ragazza l'aveva condotto esattamente in mezzo alla pista e gli aveva allacciato le braccia sottili al collo, cominciando ad ancheggiare sensualmente intorno al corpo dell'altro, strusciandosi lascivamente contro il suo internocoscia che, già sveglio da un po', cominciò a farsi ancora più presente.
Sas'ke si spingeva istintivamente verso di lei, i cui occhi non si allontanarono neppure per un secondo da quelli scuri di lui, se non quando si girava, stuzzicandolo con il suo fondoschiena perfettamente fasciato dai pantaloni attillati.
“Kami”, pensò l'Uchiha mentre i suoi movimenti si legavano a quelli di lei che si voltò di nuovo, accostandosi al ragazzo, le cui mani scivolarono sulle natiche della barista, prendendo a palparle con vigore e dalle labbra lucide della moretta fuoriuscì un gemito strozzato. Per darsi maggior piacere si avvicinò all'intimità dell'altro, sentendola decisamente consistente ed il suo sorriso soddisfatto si specchiò nel ghignetto malizioso di lui.
Il cervello di Sas'ke funzionava ad intermittenza. I corpi dei ballerini attorno a loro sembravano quasi eterei mentre l'unica cosa che non appariva soffusa era il volto di quella ragazza. Doveva cedere?
“Chissene frega!”, si disse. Di sicuro Itachi se la stava spassando, perché non avrebbe dovuto divertirsi anche lui?
La sua lingua si accostò all'orecchio di lei e ne percorse il guscio lentamente, facendo rabbrividire la compagna che si aggrappò alla sua camicia.
«Tsuitekoi1», le sussurrò lascivo, prendendola per mano e trascinandola bisognoso nel bagno degli uomini, chiudendo la porta non appena furono dentro.

Le piastrelle bianche li accecarono per un istante, ma il moretto non perse tempo e si fiondò sulle labbra della ragazza, impossessandosene con passione, mentre si strusciava contro l'allacciatura dei suoi pantaloni. Così, abbandonando le loro lingue ad uno sfrenato inseguimento, le mani della ragazza corsero a sbottonare i jeans dell'Uchiha, infilandosi direttamente nei suoi boxer, afferrando saldamente il membro teso di lui e prendendo a masturbarlo senza troppi complimenti, percependolo già leggermente bagnato.
Sas'ke ansimò, mentre quelle dita lo viziavano senza pietà e il desiderio gli stordiva la testa.
Risalì con le mani al top di lei, sollevandolo fino a mostrare i seni tondi e sodi. Non indossava neppure il reggiseno … il moro si leccò le labbra, separandosi da quelle della barista e attaccando il collo morbido.
«Sas'ke … », soffocò lei, stringendo la mano libera nei capelli appena ingellati del partner che le stava mordicchiando e lisciando la zona della giugulare.
Sentendo pronunciare il suo nome in quel modo – era sempre stato così erotico? - l'Uchiha s'indurì ulteriormente, lasciandole un vistoso succhiotto sulla pelle e superando l'ostacolo del tessuto plastificato, prendendo tra le labbra un capezzolo turgido e cominciando a stuzzicarlo con i denti, lappando la pelle dolce intorno al bottoncino di carne.
La ragazza liberò un lungo gemito di piacere e la sua stretta sul pene dell'altro si fece più salda, mandando una scarica di piacere al compagno, il quale temette di venire all'istante. Allungò il braccio per fermarla, con estrema fatica, mentre si dedicava all'altro seno, palpando quello appena lasciato.

I loro ansimi rimbombavano nel bagno, stordendoli ed eccitandoli di continuo.
«Sas'ke … aspetta … », lo pregò lei, e l'altro decise di accontentarla. La ragazza s'inginocchiò, abbassando definitivamente l'intimo dell'Uchiha e leccando lentamente la sua virilità, dalla punta alla base, per poi prenderla in bocca, mentre la sua mano gli stimolava i testicoli gonfi.
Il petto del ragazzo si alzava ed abbassava velocemente al pompare di lei, la gola arrochita dai gemiti. Quella lingua umida lo stava mandando letteralmente in estasi, veder sparire il suo cazzo in quell'altro caldo era incredibilmente eccitante. Era certo di star per avere l'orgasmo più soddisfacente della sua vita.
Le tirò i capelli per allontanarla, un filo di saliva e liquido seminale rimasto ad unirli. Le slacciò i pantaloni in un istante, abbassandole i tanga di pizzo nero e tornò alle labbra ed alla lingua dell'altra, assaggiando il leggero sapore del suo sperma, mentre due dita si facevano strada nella sua femminilità, preparandola. La sentiva ansimare nel bacio, senza un attimo di tregua e poco dopo le sollevò una gamba liscia, allacciandosela in vita; prese in mano il suo membro e portandolo all'entrata della compagna la penetrò completamente. Ai giovani si mozzò il respiro, alti gemiti si levarono e Sas'ke prese a muoversi, uscendo e riaffondando.
«Kami, sì!», lo incitò lei ed il ritmo si fece frenetico. Non avevano quasi il tempo di respirare, tra i baci famelici ed i continui e rochi ansimi.
Il moro non ce la faceva più: poche altre spinte e venne abbondantemente insieme alla ragazza. I liquidi viscosi presero a colare lungo le cosce di lei, ma i due amanti non vi fecero caso, mentre tentavano di recuperare fiato.

«Sei dannatamente bravo a fare sesso», si complimentò lei ridacchiando con un sospiro e facendo inconsciamente aumentare l'ego già spropositato dell'altro, che ghignò soddisfatto, mentre il suo cuore riprendeva pian piano a battere ad un ritmo regolare.
Infine Sas'ke uscì dalla ragazza e, afferrata un po' di carta, la ripulì con delicatezza, per poi fare lo stesso con sé. Si lisciarono i vestiti stropicciati e lei si riaggiustò l'acconciatura.

Quindi l'Uchiha aprì la porta e fece per uscire seguito dalla barista quando vide suo fratello, con una mano sul fianco di una ragazza dagli occhi chiari ed i capelli color miele, il cui corpo era elegantemente fasciato da un abitino argenteo, in tinta con i tacchi.
Itachi fece un sorrisetto - cui il minore rispose con un'occhiataccia – e si rivolse alla sua dipendente, con voce carica di sottintesi.
«Eccoti qui, Haruhi. I clienti mi hanno chiesto di te al bar, venendomi addirittura a disturbare», fece. «Torna subito di là». Era un rimprovero, ma carico di ironia e né Sas'ke né l'interpellata si fecero intimorire da quelle parole severe.
«Sissignore», rispose infatti lei, facendo l'occhiolino al suo datore di lavoro, e voltandosi per tornare alla sala, ma Sas'ke la fermò per un braccio, dopo aver memorizzato il nome della compagna con un ghignetto soddisfatto.
«E' una mia responsabilità, niisan. Un servizio speciale perfettamente svolto», la difese con nonchalance, mentre lei si portava la mano libera alla bocca, le labbra incurvate all'insù, per mascherare la risata.
Negli occhi di Itachi passò un lampo strano e sbuffò, cosa che il minore interpretò come un via libera e lasciò il braccio della barista.

«Tutto a posto, allora. Torno ai miei affari», sentenziò il maggiore e continuando a stringere a sé l'accompagnatrice per un fianco s'incamminò lungo il corridoio, fino a sparire su per la scala.
«Scusa per la seccatura», fece Sas'ke, ma Haruhi scosse la testa serena.
«Non c'è niente per cui ti debba far perdonare», corresse lei. «Anzi, tutt'altro».
L'Uchiha ghignò e si avvicinò alla compagna.
«Voglio rivederti», disse serio, facendola sorridere.
«Anch'io, Sas'ke. Ma possibilmente non in ambito “lavorativo” … ».
«Pensavo la stessa cosa», concordò lui.
La barista assunse un'espressione pensierosa, poi parlò. «Mmh … vieni».
Lo prese per mano, riconducendolo nel locale e, aggirato il dancefloor, tornò dietro al bar, mentre la collega le lanciava un'occhiata interrogativa che Haruhi ignorò e, preso un post-it ed una penna, vi scrisse velocemente una serie di cifre, per poi consegnare il foglietto al ragazzo dall'altro lato del bancone.
«In caso ti servisse».


Dopo quella volta, Itachi non dovette più chiedere al minore se desiderasse accompagnarlo allo Sharingan. Dopotutto, a detta di Sas'ke, “non era poi così male”.



おわり~





1: Seguimi. E' una sorta di tributo al filmato “When You Go Down” delle UchimakiPro – cosplayer che adoro.

Link EFP nel titolo
 
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